Jahvè,
il Dio dell'Antico Testamento, aveva questo compito, che aveva come
obiettivo accompagnare il nostro avanzamento per un tratto del nostro cammino.
INNOCENZA e OBBEDIENZA erano le parole d'ordine del fedele.
Con
il passare del tempo però, e col conseguente progredire mentale e cosciente
dell'uomo, questo tipo di religione doveva lasciare il passo ad un nuovo
approccio. L'uomo giunse al punto di ribellarsi a tutto quanto gli venisse
imposto da fuori e non fosse in grado di comprendere. La luce solare riflessa
dalla Luna (Jahvè) non gli bastava più; il velo del tempio si squarciò e ora
voleva cominciare a guardare direttamente la luce.
Quando
questa necessità cominciò a rendersi evidente, una nuova fase della religione
ebbe inizio: Uno spirito superiore a Jahvè prese il testimone inaugurando il Nuovo
Testamento: il Cristo. Nonostante tutte le sue insubordinazioni, l'umanità
celava comunque in se stessa quella "luce interiore" che la legava al
Sole, e lo Spirito Solare Cristo venne per aiutarla a invertire il cammino di
allontanamento dal Sole, ma con nuove modalità. Ora l'uomo si meritava rispetto
per tutto il dolore che il suo stato gli portava (e gli porta), e per l'esperienza
che da quel dolore deriva. Non più quindi timore, ma AMORE DI DIO. L'uomo non
risponde più positivamente alle ingiunzioni esterne, ha bisogno di amore e
comprensione, e soprattutto di autonomia delle proprie scelte.
La parole d'ordine del
vero Cristianesimo sono altre rispetto a quelle jehovitivhe: RESPONSABILITÀ e LIBERTÀ.
Il Cristo non si manifesta dall'alto, ma prende il corpo di un uomo, Gesù di
Nazareth, per presentarsi come nostro pari e vivere come noi; non ci condanna
più e non fonda alcuna struttura religiosa, ma ci parla nella coscienza.
"Toglie il peccato del mondo" - non dell'uomo - accrescendo le
vibrazioni del pianeta, ma resta in attesa delle nostre libere azioni e
continua a reggere il pianeta in nostra vece finché non saremo, anche grazie al
Suo lavoro silenzioso, in grado di farlo autonomamente.
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