DIAPASON Febbraio 2018 - Schiavi del DNA?

Una recentissima ricerca genetica effettuata dall'università di Oxford su migliaia di persone abitanti in Islanda, ha rilevato come i geni non trasmessi dai genitori ai figli sono in grado comunque di influenzare - attraverso la cultura (educazione, alimentazione, ecc.) - questi ultimi. Non è molto noto infatti che solo il 50% dei geni che ciascuno di noi possiede proviene dai genitori, mentre il restante 50% è formato dai cosiddetti geni silenziosi. Purtroppo i risultati, e soprattutto le implicazioni filosofiche di queste ricerche, sono influenzati dal preconcetto materialistico, per cui una delle conclusioni viene descritta affermando che "la cultura ha una base genetica". Ecco che così la tanto auspicata libertà dall'imposizione genetica, che fino a pochi anni fa non dava speranze di affrancamento dalla sentenza con la quale nascevamo, e che sembrava finalmente essere stata superata dalla cosiddetta epigenetica, una volta uscita dalla porta rischia di rientrare dalla finestra.
D'altra parte, considerare che ogni essere umano è portatore di una eredità dal passato che gli appartiene non tanto come attuale personalità, ma come risultato di esistenze vissute precedentemente, significherebbe aderire ad una visuale che consideri piani di esistenza non solo fisici, tali da poter trasmettere oltre la morte caratteristiche e "conoscenze". E ciò è ovviamente lontano mille miglia dalla mente speculativa dei genetisti in parola.  
Non si tratta inoltre di deduzioni che per conseguenza influenzano solo una visuale di tipo filosofico, ma possono estendere la loro portata anche a questioni un po' più contingenti e stringenti. Se ne deduce, a titolo di esempio, che d'ora in poi grazie a queste ricerche si potrebbe "aiutare a prevedere il livello di successo di un individuo", e "studiare in modo nuovo disturbi come antisocialità e schizofrenia"; si farebbe cioè discendere le qualità o i problemi individuali a fatti meramente meccanici (i geni), con il rischio di riuscire ad esercitare il controllo dall'esterno sulle persone. Se è vero infatti che non sono i geni le cause delle nostre qualità o delle nostre malattie, ma che essi altro non sono che trasmettitori di dinamiche che trovano la loro sede a livelli non fisici, è però altrettanto vero che se noi riusciamo ad intervenire sugli stessi geni condizionandoli, la personalità ne subirà le conseguenze, perché alla fine dei conti sono essi che hanno il compito e la facoltà di agire giù fino al piano fisico.
Ecco che diventa sempre più chiaro come sia viepiù importante saper inserire le conoscenze spirituali esoteriche nelle meravigliose e ingegnose ricerche che la scienza moderna sa fare al giorno d'oggi. Agire sull'uomo senza conoscerlo in profondità rischierebbe di toccare sfere vitali sensibili e con conseguenze imprevedibili.

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